Pubblicato il 28 - 01 - 2019
Alè: un nuovo film di arrampicata tutto italiano
Alé
“Ciò che conta non sono tanto le scalate eclatanti, ma l’umana avventura”
Oltre la grande impresa a cui tutti guardiamo con ammirazione (Alex Honnold in free solo su El Capitan, il primo 9c firmato Adam Ondra, il primo 9a dell’arrampicata femminile con Margo Hayes), arrampicare può essere uno sport di formazione, in senso fisico ma soprattutto mentale in rapporto a sé stessi, nei confronti dell’altro, nei confronti del Pianeta che abitiamo.
Alé è l’incitamento degli arrampicatori, un grido corale, una preghiera auto-motivazionale.
L’arrampicata sportiva fa parte di quella categoria di sport difficile da spiegare a parole a chi non l’ha mai praticata. Nonostante i rischi insiti nello sport stesso, l’arrampicata affascina molti e si è svestita del ruolo di attività per pochi impavidi.
Il racconto, in stile documentaristico, vedrà protagonisti gli arrampicatori non professionisti, le palestre, le falesie, i gruppi di amici, le montagne stesse.
Perché un documentario sull’arrampicata?
“Sono attirato verso la bellezza, la bellezza dei luoghi dove ci sono le montagne che sono posti in cui io sento di avere la mia giusta taglia, minuscola nei confronti dell’immenso. Lì (in montagna) c’è il giusto rapporto tra la taglia gigantesca del pianeta e la insignificante misura della persona che sta attraversando quegli spazi”.
Risponde così Erri De Luca alla domanda “Perché arrampichi?”. Nella risposta troviamo, in parte, le motivazioni dell’urgenza di un documentario sull’arrampicata in questo momento, nel nostro tempo.
Cosa sarà “Alé”
Alé avrà due arterie: la prima offrirà uno sguardo ampio sul mondo dell’arrampicata (dalla palestra alla montagna), racconterà le lezioni, gli ambienti indoor, l’allenamento finendo sulle falesie, sotto le montagne, tra le rocce. Vogliamo toccare con occhi la bellezza della montagna, oltre il grado della scalata, oltre l’importanza dell’impresa (ma anche lì dove l’impresa conta).
La seconda arteria avrà due focus ulteriori:
• Uno dei laboratori di scarpette d’arrampicata più importanti d’Europa, in Grecia, che mantiene salda la fede nell’artigianato, nella manualità.
• L’associazione Inspire , fondata da ragazze appassionate di sport outdoor tra cui l’arrampicata, le quali sostengono una forma di eco-partecipazione e la cui attività è la tutela ambientale. Al loro fianco Sadomasoclimb: chiodatori che si prendono cura delle falesie per la comunità di arrampicatori.
Chi c’è dietro “Alé”
Una piccola casa di produzione, la Soul Film. Abbiamo uno studio a Roma e siamo in quattro: Marco e Federico, rispettivamente regista e direttore della fotografia, nonché fondatori della realtà che presenta il progetto. Quello che, al liceo, sembrava un salto nel vuoto (se ritrovate il nostro primo logo coglierete tutta la consapevolezza del rischio) è diventata un’attività concreta. Si è unita Roberta centro della parte produttiva di ogni progetto. Giada, dèdita alla scrittura. Confidiamo nel cinema, prima ancora che come mezzo d’espressione, come veicolo di pensiero. Crediamo nella volontà di fare gruppo, nella solidarietà tra realtà piccole. Non lasciamo indietro nessuno. E seppure obbligati a correre, crediamo nella lentezza di fare le cose: the slower you go, the more you see. La sfida ai propri limiti nella consapevolezza della caduta, la pratica costante nel tentativo del miglioramento, lega il progetto Soul Film al mondo dell’arrampicata e lì dove riusciremo ad andare oltre il solo concetto di sport, potremo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo.
Il crowdfunding
Alé ha vinto il bando promosso da Mediaset a novembre 2018 a tema Games: la vittoria prevede la messa in onda del documentario su Infinity a Luglio 2019. Il progetto è sostenuto in partenza da diverse realtà alle quali siamo vicini (alcune delle quali sopra citate) e abbiamo fissato un budget che ci aiuti a sostenere le fasi principali della produzione: spostamenti, organizzazione, attrezzatura, montaggio, post-produzione.
Mediaset finanzierà parte del progetto: 5.000€ erogati con conditio sine qua non che la campagna di crowdfunding, sulla piattaforma Produzioni dal Basso, avesse raggiunto almeno quota 5.000€. E l’obiettivo è stato centrato
La Sportiva è sostenitore ufficiale del documentario: tra le ricompense per la campagna di crowdfunding si trovano t-shirt, porta magnesite e bandane.
Per informazioni
info@soulfilmproduction.it