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Queen Line – intervista a Stefano Ghisolfi
                   

Pubblicato il 11 - 03 - 2019

Queen Line – intervista a Stefano Ghisolfi

 

 

Prima Perfecto Mundo ora Queen Line, nel giro di un paio di mesi. Stiamo parlando di Stefano Ghisolfi, che ormai macina 9b come se nulla fosse. Abbiamo pensato di fargli qualche breve domanda per capire i suoi progetti futuri e per farci raccontare qualcosa di più su Queen Line.

Per chi non la conoscesse si tratta del primo 9b di Arco, per la precisione a Laghel. Via chiodata da Mauro Mabboni e liberata da Adam Ondra nel 2017.

Qual è il tuo segreto per mantenere forma e concentrazione così a lungo?

«In realtà non c’è nessun segreto, anzi sono molto stupito di avere salito la Queen Line così velocemente. Per Perfecto Mundo mi ero preparato in modo specifico nell’ultima parte dell’anno, riproducendo in garage le sezioni della via e allenando anche i riposi in maniera accurata. Prima di fare la Queen Line invece la mia preparazione era focalizzata sui blocchi in stile gara per le competizioni nazionali e internazionali, quindi non credevo di avere la resistenza necessaria per salire la via.»

Ci descriveresti i passi chiave del tiro? Non si sa mai che qualcuno leggendoti voglia provarci…

«I primi 3 rinvii sono un blocco di 7c+ boulder, non estremo ma che stanca molto. Dal 3 rinvio parte la sezione chiave di circa 12 movimenti, fino alla fine del duro, ma la parte che ho sofferto di più è da dopo la sezione dura, avevo le braccia piene di ghisa e ho fatto fatica a ogni passo, anche quelli più facili e ho rischiato di cadere in tutta la via. Sarebbe già 9b dove finisce la sezione dura dopo circa 12 metri (17 movimenti) ma la catena è a circa 25 metri e bisogna ancora scalare per un bel pezzo senza sbagliare.»

Questi tiri durissimi su roccia fanno parte del tuo allenamento fisico, o servono più a livello mentale?

«In realtà servono più come test, l’allenamento fisico lo faccio in palestra e sulla roccia faccio un punto della situazione e trovo la motivazione per continuare ad allenarmi, scalare solo in palestra al chiuso per periodi lunghi può portare a un calo di motivazione e così ogni tanto scappo in falesia a ricaricare le batterie della motivazione. Ma ovviamente, anche solo provare un 9b, corrisponde anche a un allenamento fisico intenso, quindi alla fine serve per entrambe le cose!»

Hai scritto su instagram che i tuo prossimo progetto potrebbe essere Revenant. Ci puoi dire qualcosa in più?

«Sempre a Laghel, oltre a diverse connessioni, ci sono ancora due linee pure da liberare: La King Line, la versione più dura della Queen Line, probabile 9b+ (ci ho fatto un giro l’altro giorno e non ho fatto alcuni singoli) e Revenant, la via a destra indipendente, che dovrebbe essere 9b. Entrambe le abbiamo provate un paio di volte con Adam e ci siamo resi conto circa della difficoltà, questi potrebbero essere i miei progetti futuri, anche se la stagione di Laghel dura poco.»